Gentili visitatrici e visitatori,
il Museo rimane chiuso dal 1 novembre 2024 fino al 14 aprile 2025 compreso.
Saremo lieti di darvi il benvenuto in primavera!
Gentili visitatrici e visitatori,
il Museo rimane chiuso dal 1 novembre 2024 fino al 14 aprile 2025 compreso.
Saremo lieti di darvi il benvenuto in primavera!
Tra i principali compiti di un museo figura tradizionalmente – oltre alla raccolta, alla conservazione e all’esposizione – anche la ricerca. Nelle attività di ricerca rientrano la documentazione e lo studio scientifico delle collezioni.
Nel 2020 è stata riorganizzata la sezione “copricapi” della collezione del Museo degli usi e costumi. È stata effettuata una rilevazione quantitativa e qualitativa, per avere una migliore visione d’insieme della raccolta e per poter aggiornare e integrare le informazioni a disposizione sui singoli copricapi.
La collezione conta in tutto oltre 190 pezzi tra cappelli, cuffie e berretti di varie fogge. La maggior parte di essi sono cappelli di costumi tradizionali e cappelli di paglia, ma vi sono anche pezzi unici come cuffiette da battesimo o cilindri con fodere originali in pelle.
È stata effettuata un’accurata ispezione di ogni singolo manufatto, su cui è stata anche predisposta una documentazione scritta e fotografica. Di ogni articolo sono stati inoltre annotati misure, materiali e stato di conservazione. I dati raccolti sono stati digitalizzati e inseriti in una banca dati e sono ora consultabili nel catalogo digitale BIA (Beni culturali in Alto Adige).
Per una corretta e sistematica conservazione, i copricapi sono stati riposti in apposite scatole di cartone privo di acidi.
Oggetto del progetto di ricerca è stato il vasellame in ceramica prodotto artigianalmente a Brunico e dintorni tra il XVIII e il XX secolo. Partendo dalla collezione del Museo provinciale degli usi e costumi, sono state visionate, descritte e confrontate altre collezioni regionali. I risultati della ricerca sono stati inseriti in una banca dati e pubblicati in un catalogo. Inoltre, negli anni 2017 e 2018, le ceramiche oggetto della ricerca sono state esposte al Museo nella mostra temporanea “Per i Krapfen e per i canederli. Vasellame di terracotta della Val Pusteria”.
Direttore del progetto: † Dr. Werner Endres, Regensburg; Univ.-Prof. Dr. Harald Stadler, Innsbruck.
Partner di cooperazione: collezionisti privati, Museo Civico di Bolzano, Istituto di Archeologia dell’Università di Innsbruck, Ufficio provinciale Beni Archeologici di Bolzano, Österreichisches Museum für Volkskunde di Vienna, Bayerisches Nationalmuseum di Monaco, Tiroler Volkskunstmuseum di Innsbruck (Tiroler Landesmuseen - Betriebsgesellschaft m.b.H.), Museum Schloss Bruck di Lienz.
Al maso Kleinkaneid di Luson, nei pressi di Bressanone, due generazioni della famiglia Ragginer prestarono la propria opera come medici contadini: Johann e Sebastian. Maria, la figlia di Sebastian, curò il lascito familiare fino alla sua morte. Dopo la sua scomparsa nel 1975, gran parte dei beni inventariati della casa passarono al Museo provinciale degli usi e costumi.
Roswitha Asche ed Ernst-Detlef Schulze hanno effettuato le ricerche sul lascito di strumenti medici, farmaci, erbe officinali ed altri oggetti della famiglia Ragginer, che sono state pubblicate nel 1996.
Negli anni 2013–2015, nel Museo degli usi e costumi ci si è invece dedicati allo studio e all’elaborazione del lascito degli scritti della famiglia Ragginer. Centinaia di documenti del lascito, risalenti al periodo dal XVIII al XX secolo, sono stati inventariati, digitalizzati e trascritti.
Fin dalla sua fondazione, nel 1976, il Museo provinciale degli usi e costumi raccoglie oggetti della cultura e dell’arte popolare tirolese, con l’intento di offrirne una presentazione museale organica, adempiendo alle sue funzioni scientifiche di raccolta, documentazione, conservazione ed esposizione.
Quando, nel 1982, il Museo provinciale del vino è stato accorpato al Museo degli usi e costumi, la collezione si è arricchita del patrimonio del Museo del vino. Un ulteriore ampliamento delle collezioni si è avuta nel 1991 con l’istituzione di una seconda sede distaccata, ossia quella del Museo provinciale della caccia e della pesca di Castel Wolfsthurn.
Dalla sua costituzione nel 1976 sino ad oggi, il Museo degli usi e costumi ha raccolto oltre 65.000 oggetti, che si possono in parte ammirare on-line; il catalogo on-line viene infatti costantemente aggiornato e ampliato.
Il patrimonio del Museo include anche due collezioni fotografiche, che sono visibili on-line nella banca dati dei beni culturali:
la collezione Hugo Atzwanger
la collezione Erika Groth-Schmachtenberger
... comprendono manufatti dell’arte popolare e di uso quotidiano, prodotti ergologici, oggetti in uso in occasioni e ricorrenze particolari;
... spaziano dall’epoca preindustriale a partire dal XVII secolo fino ai giorni nostri, con particolare attenzione per il periodo dal 1850 al 1950;
... rispecchiano gli interessi e gli sviluppi dell’etnologia e rispondono alle funzioni di un museo etnologico e all’aperto, con oggetti soprattutto della cultura contadina o rientranti in ambiti tematici quali religiosità (popolare), medicina (popolare), arte popolare, abbigliamento e prodotti tessili, artigianato e attrezzi rurali, mobili e suppellettili, fotografie storiche, documenti d’archivio, viticoltura, caccia e pesca, nonché strumenti musicali.
La biblioteca specialistica del Museo custodisce pubblicazioni di argomento etnografico, storico culturale e pedagogico-museale, consultabili su richiesta in loco.
Per informazioni si prega di chiamare il numero telefonico (+39) 0474 552 087 o di scrivere all’indirizzo e-mail info_at_museo-etnografico.it.